06 Set La Responsabilità del Preposto alla Sicurezza sul Lavoro: Una Cultura di Prevenzione Attiva
La sentenza della Cassazione Penale n. 3538 del 1° febbraio 2022 rappresenta un caso significativo per comprendere a fondo le responsabilità di un preposto in materia di sicurezza sul lavoro. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di un preposto, confermando la condanna per aver causato lesioni gravi a una lavoratrice che operava su un macchinario difettoso. L’infortunio è stato considerato come una conseguenza diretta della mancata vigilanza e controllo sulle condizioni di sicurezza da parte del preposto, che ha l’obbligo di segnalare eventuali anomalie nel funzionamento dei macchinari.
Il Caso
Il preposto, responsabile della sicurezza presso un’azienda del settore sanitario, è stato condannato per il reato di lesioni personali colpose (art. 590, comma 2, del codice penale). La Corte di appello di Milano, pur riformando parzialmente la sentenza di primo grado, ha riconosciuto la responsabilità del preposto per non aver adeguatamente vigilato sul funzionamento di un elevatore difettoso. Questo macchinario, utilizzato per il trasporto di compresse, consentiva l’intervento manuale per allineare la tramoggia con il sistema di scarico, esponendo i lavoratori a rischi di incidenti. L’incidente è avvenuto quando la lavoratrice ha azionato accidentalmente il pulsante di discesa mentre correggeva manualmente l’allineamento della tramoggia, provocando lo schiacciamento del primo dito della sua mano destra.
Il Ricorso in Cassazione
Il preposto ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che la Corte d’Appello aveva riconosciuto erroneamente la sua responsabilità, senza considerare se l’incidente fosse prevedibile. Secondo la difesa, la Corte si sarebbe limitata a basare la sua decisione sulla posizione di garanzia del preposto, configurando una sorta di responsabilità oggettiva legata unicamente al ruolo ricoperto. Inoltre, il ricorrente ha denunciato una mancanza di motivazione adeguata da parte della Corte d’Appello, che avrebbe ignorato prove decisive, come i verbali di sopralluogo e manutenzione del macchinario, da cui risultava che non erano stati segnalati incidenti precedenti o malfunzionamenti.
La Decisione della Cassazione
La Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, affermando che il preposto, secondo l’art. 2, lett. e) del D.Lgs. 81/2008, ha il compito di sovrintendere all’attività lavorativa e di garantire l’attuazione delle direttive ricevute, controllando la corretta esecuzione del lavoro. Inoltre, l’art. 19 del D.Lgs. 81/2008 assegna al preposto il compito di monitorare immediatamente e direttamente l’esecuzione dell’attività lavorativa, segnalando tempestivamente al datore di lavoro o al dirigente eventuali anomalie o situazioni di pericolo.
La Corte ha sottolineato che il preposto non può semplicemente attendere segnalazioni da parte dei lavoratori riguardo a problemi di sicurezza o malfunzionamenti dei macchinari. Tale comportamento costituirebbe un’inadempienza al suo ruolo di vigilanza attiva, che è fondamentale per la sicurezza sul lavoro. Nel caso in esame, era noto che il macchinario su cui si è verificato l’infortunio presentava un problema di funzionamento; alcuni testimoni hanno confermato che era necessaria un’attenzione particolare nell’utilizzo dell’apparecchiatura, pur non avendo segnalato formalmente il problema. Pertanto, la responsabilità del preposto è stata confermata per non aver monitorato adeguatamente l’uso improprio e pericoloso del macchinario.
La Cultura della Sicurezza: Oltre la Responsabilità Formale
Questo caso evidenzia quanto sia cruciale una cultura della sicurezza sul lavoro che vada oltre la mera conformità normativa. La responsabilità del preposto non si esaurisce nella gestione burocratica delle procedure, ma richiede un impegno proattivo nel garantire che le condizioni di lavoro siano sempre sicure. Ciò significa che il preposto deve essere costantemente vigile, attento a identificare possibili rischi e pronto a intervenire tempestivamente per eliminarli o segnalarli.
La sentenza chiarisce che non è sufficiente dimostrare che un evento non fosse prevedibile per evitare la responsabilità. Il preposto ha il dovere di esercitare un controllo continuo e attento, e di adottare tutte le misure necessarie per prevenire incidenti. Solo se il problema fosse stato talmente recente da sfuggire a un controllo ordinario, si potrebbe parlare di una possibile esenzione di responsabilità.
Conclusione
La decisione della Cassazione serve da monito per tutte le figure di preposto e per le aziende in generale: il ruolo del preposto è centrale nella tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. Non si tratta solo di seguire le procedure, ma di coltivare una vera e propria cultura della sicurezza, in cui ogni rischio potenziale viene valutato e affrontato con prontezza. La vigilanza attiva, il controllo continuo e la segnalazione tempestiva di qualsiasi anomalia sono elementi chiave per prevenire incidenti e garantire un ambiente di lavoro sicuro per tutti.
Se vuoi approfondire l’argomento, troverai ulteriori informazioni nel nostro precedente articolo.