20 Lug Luoghi di lavoro e calore
Le variazioni riguardanti il clima e le temperature a cui assistiamo ai giorni nostri indirizzano l’attenzione verso tematiche estremamente importanti quando si parla di lavoro, lavoratori, salute e benessere psicofisico.
Gli obblighi normativi sono volti a tutelare complessivamente il benessere del lavoratore, tenendo a mente anche gli aspetti che influenzano il benessere psicofisico.
Uno degli aspetti più importanti è rappresentato da quelle che possiamo definire “condizioni microclimatiche”.
Le condizioni di comfort termico che possono influenzare la performance lavorativa variano dalla definizione di “severità” (ambienti severi / caldi e freddi) a quella di “moderazione” (ambienti moderati).
Quando un ambiente è contraddistinto da forti escursioni di temperatura, o da temperature estreme, sia che tendano al caldo, sia al freddo, ciò può andare a discapito della salute del lavoratore.
E’ possibile suddividere gli ambienti di lavoro e le relative condizioni microclimatiche in funzione di:
– ambienti ( svolti in campo aperto, al chiuso, in altura, in sotterraneo)
– caratteristiche strutturali degli ambienti di lavoro (proprietà termiche dei materiali costruttivi utilizzati, tipologia di materiali costruttivi)
– cicli produttivi (svolti in ambienti in cui si sviluppano temperature particolari)
– impianti di areazione, riscaldamento, raffreddamento presenti.
L’ aumento delle temperature medie, possono impattare notevolmente i luoghi di lavoro. L’aumento estremo di calore può causare problemi di salute come l’esaurimento da calore, il colpo di calore e altre malattie correlate allo stress termico. Le temperature più elevate e prolungate nel tempo possono anche portare alla diminuzione della concentrazione, ad aumentare il rischio di lesioni dovute alla stanchezza, a prendere decisioni errate, portando anche ad una possibile riduzione della produttività. Questo fenomeno può generare livelli più elevati di stress nei lavoratori, inclusi quelli impiegati nei servizi di emergenza e in attività all’aperto, che potrebbero dover adottare orari modificati per evitare i periodi di alta temperatura.
I gruppi maggiormente esposti sono quelli impegnati in attività all’aperto, come agricoltura, silvicoltura, costruzioni.
Anche i lavoratori al chiuso rischiano, in particolar modo quelli impiegati in industrie ad alta intensità di calore o in mansioni fisicamente impegnative.
Età e condizioni fisiche preesistenti possono influenzare la gravità dei rischi legati al caldo.
Negli ultimi tempi si è avuto modo di riprendere questa tematica proprio grazie al Messaggio numero 2729 del 20-07-2023 nel quale vengono indicate e spiegate le modalità con cui è stato attivato uno strumento di sostegno importantissimo che tutti i lavoratori subordinati conoscono: la cassa integrazione per caldo eccessivo che può essere attivata quando le temperature superano i 35°.
Tutti questi elementi devono essere considerati nel momento in cui si elaborano e si adottano misure preventive e protettive e in particolar modo negli ultimi anni in ragione delle stime sull’innalzamento delle temperature.